Autore:
Maurizio Savini
L’artista e scultore Maurizio Savini espone una lezione sul senso dell’arte e sulla sua opera. Per la riqualificazione dell’artista contemporaneo quali sono le urgenze oggi? Savini parla del concetto dell’arte come di un linguaggio materno e della necessità di creare laboratori e workshop che mirino all’interazione, fa una critica ai grandi musei contemporanei frutto di esercizi di stile da parte di alcuni architetti. L’artista, sostiene, deve dialogare attraverso i laboratori per creare nuovi linguaggi. Lo scultore presenta i suoi lavori: a Parigi nel 2004 dove in un famoso ospedale ha creato una serie di illustrazioni geometriche con forme irregolari che hanno dimostrato come bambini e adulti in presenza di determinati colori si tranquillizzano, e in Russia dove con alcuni bambini afflitti da tragedie di guerra ha creato una serie di laboratori confermando il linguaggio universale dell’arte. Nel 2011 a Frascati realizza una performance che ha lo scopo di dimostrare che non è sempre necessario edificare o costruire barriere. Savini conclude parlando della sua scelta di lavorare con prodotti alimentari che gli consentono di confrontarsi con il tempo.
Autore:
Alessandro Portelli
Alessandro Portelli, accademico e critico musicale, in Italia si è occupato a lungo di memoria orale, operando sulla memoria musicale e sulla memoria del folclore, tanto da esserne diventato il massimo esperto. La memoria, funzione di cui l’essere umano è naturalmente dotato, deve essere esercitata in modo attivo e soprattutto critico. La memoria è un lavoro che si fa mentalmente e psicologicamente ogni volta che si entra in relazione con il proprio passato; dunque, a differenza del materiale archivistico, è in movimento e in continua trasformazione, perché viene modificandosi insieme al rapporto con il passato. Si tende a rimuovere non solo ciò che non significa più nulla, ma anche ciò che significa troppo , ed è proprio questo l’elemento importante del lavoro sulla memoria e sulla narrazione storica, che solitamente è utilizzata come motivo di orgoglio e spinta all’azione. Ma una delle funzioni della memoria è anche quella di ricordare ciò che non ci fa onore, sia come individui che come popolo. Il rapporto tra memoria e identità deve essere ripensato: non esistono identità fisse e intangibili. La credibilità delle scritte deve essere verificata al pari di quelle orali. Attraverso la memoria orale, che anche quando la verità fattuale viene meno è sempre fonte di interpretazione storica, attraverso il dialogo attraverso cui solitamente essa avviene, necessariamente ci si confronta non solo con l’identità dell’altro, ma anche e soprattutto con la propria, giungendo infine ad ammettere la possibilità che anche noi, in determinati tempi e condizioni, potremmo avere comportamenti che ci sembrano impensabili. Alessandro Portelli, attraverso una riflessione sul significato dei verbi ricordare, rammentare e rimembrare, conduce verso una rivalutazione della memoria personale come vissuto quotidiano dell’individuo, perché se non si ha memoria della propria esperienza non si saprà nulla nemmeno del passato, in una mancanza di consapevolezza della relazione che noi abbiamo con il nostro passato storico.