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Collane d'autore 604 video trovati
Autore: Eliana Miglio
Eliana Miglio parla del libro " La grande invasione delle rane". Racconta com'è nato il suo approccio verso la scrittura e la nascita del suo primo libro. Il libro è molto femminile e il suo intento è raggruppare diverse atmosfere ma anche una fiducia della vita, nei suoi momenti belli e difficili. In fine lettura a cura di "Elisabetta Pellini" di alcuni estratti dal libro.
Autore: Miguel Gotor
Il libro tratta la vicenda di Aldo Moro che venne rapito dalle brigate rosse. Miguel Gotor ha scelto questo argomento ancora carico di controversie, mettendo al centro delle riflessioni i documenti , le lettere che Aldo Moro ha scritto durante la prigionia. In questo libro raccoglie tutte e 97 le lettere e ne vuole fare un restauro attraverso un'analisi filologica.
Autore: Alessandro Pellegatta
Alessandro Pellegatta presenta la sua Prima opera, è un insieme di reportage dei viaggi che ha compiuto e che riguardano 12 paesi. Il libro raccoglie annotazioni, riflessioni ricerche, su aree geografiche tra loro molto diverse ma accomunate da un unico filo conduttore; la ricerca e la curiosità verso tutto quello che è altro. Il reportage letterario è uno strumento per aprire una porta sul mondo e testimoniare i valori della nostra umanità. Legge una parte del libro che parla della difficoltà del viaggio, della fatica del viaggio.
Autore: Giorgio Ruffolo
L’economista Giorgio Ruffolo spiega la scelta del titolo "Secoli " perché il capitalismo è una formazione storica e secolare, che ha almeno 5 secoli nella sua evoluzione dal 500 al 2000. Divide il capitalismo in 3 fasi quello fuori le mura, quello dentro le mura e quello senza le mura. Giorgio Ruffolo prosegue nel racconto del suo libro.
Autore: Melania Rizzoli
Melania Rizzoli presenta il libro “Perché proprio a me” in cui racconta la sua personale battaglia contro il cancro da un duplice punto di vista: quello di medico che ha lungamente lavorato in un reparto oncologico, e quello di paziente affetta da un tumore del sangue. Nonostante, il tunnel buio che sapeva di dover attraversare ha confidato e creduto nella ricerca scientifica; non si è abbattuta ma ha reagito con coraggio. Ha guardato il futuro con occhi di speranza attingendo forza anche dal mondo intorno a lei. Questa disposizione di mente e cuore ha contribuito a rendere possibile ciò che era impossibile. La guarigione da un male aggressivo, inoperabile e apparentemente incurabile. Un libro che insegna ad affrontare il dolore con fiducia e speranza senza mai arrendersi.
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Il prof. Bonino dedica questa lezione all’ analisi de “La luna e i falò” l’ultimo romanzo di Cesare Pavese scritto tra il 18 settembre e il 9 novembre del 1949. Un libro “finale” che conclude la vita dello scrittore e tende a riepilogarla. Pavese nel suo diario indica questo libro come il libro dell’approdo alla realtà simbolica, una formula contratta per dire che finalmente con questo romanzo era riuscito a raccontare la realtà ed a trarne significati simbolici-mitici. Per lui mito e simbolo erano assolutamente sinonimi. Cominciò come poeta con una raccolta dal titolo “Lavorare stanca” che proponeva un verso inedito “il verso narrativo”; poemetti e poesie lunghe e brevi in forma di racconto con una struttura prosastica e con un andamento realistico e quotidiano. Già in queste poesie era presente “La luna e i falò” attraverso un tema centrale: il ritorno e la memoria dei luoghi dell’infanzia. La narrativa di Pavese è una narrativa di esclusione; si vive intensamente la propria esperienza terrena per giungere a scoprire che siamo degli esclusi; quello che credevamo di possedere è stato illusorio.
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Questa lezione viene dedicata all’opera di Italo Calvino “Il visconte dimezzato”, pubblicato nel 1952 come nono titolo di una leggendaria collezione letteraria “I Gettoni” diretta da Elio Vittorini per l’editore Einaudi. Il libro fa parte della trilogia “I nostri antenati” composta da altri due romanzi fiaba “Il barone rampante” del 1957 e “Il cavaliere inesistente” del 1959. Bonino ci fa scoprire quest’ opera, evidenziandone la struttura e gli elementi letterari che la caratterizzano, leggendo parti del racconto sottolineandone alcuni aspetti centrali. Il romanzo brilla per la sua essenzialità. Tocca alcune realtà del tempo, ma con molta ironia, elemento costante della narrativa calviniana. Il protagonista è “dimezzato”, diviso a metà, incompleto. Da una parte l’ aspetto del male da una parte l’ aspetto del bene e su questa “metafora” si sviluppa la storia. Due forme di vita che riflettono lo stato d’animo degli uomini. Due metà che cercano ognuno l’altra, ma solo l’unione dei due mezzi uomini, porta alla rinascita dell’uomo intero e completo anche nell’animo.
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Questa lezione è dedicata all’approfondimento di uno dei capolavori della letteratura italiana del secondo novecento “ Se questo è un uomo” di Primo Levi. Fino al 1938 la carriera professionale di Primo Levi si svolge sotto l’insegna dell’industria chimica ma la promulgazione delle leggi razziali di quello stesso anno diventano per lui provvidenziali perché come dice lo stesso Levi “dimostrarono la stupidità del fascismo” del quale purtroppo divenne presto una vittima. "Se questo è un uomo" è un'opera memorialistica scritta tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947 e rappresenta la meditata e coinvolgente testimonianza di quanto vissuto dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz dove rimase fino alla liberazione da parte dell'Armata Rossa nel gennaio del ’45. Il testo venne scritto non per muovere accuse ai colpevoli, ma come testimonianza di un avvenimento storico e tragico. È la riscrittura dell’esperienza degli internati nei campi di concentramento europei ad opera del nazismo e la ricreazione di un esperienza estrema quale la prigionia, la segregazione, con il quotidiano incubo della morte e la riflessione sul comportamento “dell’uomo nemico all’ uomo”. Questo libro al di là della solidità della testimonianza è indubbiamente il più intenso poema in prosa degli ultimi 50 anni che rende omaggio alle illimitate capacità dell’uomo ad essere solidale e caritatevole verso gli altri. Un testo ricco e profondo in ogni sua pagina, dove la condivisione del dolore, della sofferenza, della fame ma anche il composto rispetto tra i prigionieri convogliano alla conservazione della dignità umana. Bonino fa infine riferimento alle successive opere di Primo Levi “La tregua” e “I sommersi e i salvati” dove l’autore continuò ad occuparsi del tema della segregazione, della differenza punita della diversità oltraggiata
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
I magnifici dieci. Guida al romanzo del secondo novecento italiano - " "L'isola di Arturo"” elsa morante Questa conversazione è riservata ad un altro grande romanzo “L’ isola di Arturo” di Elsa Morante una delle più importanti narratrici del secondo dopoguerra. La storia, ambientata sull’isola di Procida, ha come protagonista Arturo, un adolescente rimasto orfano di madre alla nascita che passa il suo tempo nella “casa dei guaglioni”, molto legato al padre Wilhelm e che presto inizierà a sentire l’affiorare delle pulsioni dettate dall’amore. Il romanzo, attentamente descrittivo nei particolari mostra il continuo mutare dei sentimenti interiori di Arturo nella sua crescita; sentimenti che si evolvono, che cambiano, che mostrano la sua fragilità e che si placheranno solo con il suo arruolamento e il conseguente abbandono della sua amata isola. Questo è un romanzo di formazione, raro nella letteratura italiana. Un romanzo che passa dall’incoscienza alla coscienza; un romanzo in cui all’esaltazione della natura si contrappone la forza devastante dell’amore che la stessa Morante chiama “desposta dolente”. Il prof. Bonino nell analisi del romanzo sottolinea inoltre un elemento molto importante che emergerà anche nelle successive opere della scrittrice: “l’idea che la scrittura, l’atto dello scrivere, sia una nascita all’interrogazione” (Gianfranco Contini). Cioè la scrittura non è fine a se stessa, non è un diversivo ma è il mezzo più potente dato all’uomo per interrogarsi fino in fondo alla sua natura. Un mezzo per farci scoprire chi siamo e ciò che abbiamo dentro.
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Questa lezione è dedicata ad uno dei più controversi romanzi del dopo guerra “ Il gattopardo “ scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa tra il 1954 e il 1957 la cui avventurosa pubblicazione avvenne solo dopo la morte dell'autore. La storia racconta l’ esistenza di un autorevole aristocratico siciliano il “Principe di Salina” Fabrizio Corbera nel cui stemma era raffigurato un gattopardo. Alla figura di don Fabrizio si aggiungono i componenti della sua famiglia oltre che quella del nipote Tancredi Falconeri, un giovane di 21 anni spregiudicato che capisce che il clima politico dell’isola sta cambiando. Siamo infatti nella Sicilia del 1860 sotto i Borbone declinanti e la Sicilia che sta per assistere allo sbarco di Garibaldi. Tancredi si fa garibaldino volendo in prima persona partecipare all ‘impresa dei mille che sconvolgerà l’isola. Quest’ opera viene inclusa tra i Magnifici 10 del romanzo italiano del secondo dopo guerra considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura italiana. Lampedusa appartiene alla categoria degli scrittori impliciti, le sue pagine brillano per la finezza delle allusioni per un uso sapiente e reticente della parola. E’ stato aperto un museo del Gattopardo a Santa Margherita Belice, provincia di Agrigento nel palazzo Filangeri di Cutò dove è possibile trovare il manoscritto originale, la copia dattiloscritta alcuni appunti ed un ampia sala sul celebre film diretto da Luchino Visconti
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
Il Professore Guido Davico Bonino parla del romanzo “Cinque storie Ferraresi” dello scrittore Giorgio Bassani pubblicato nel 1956. Bassani nasce a Bologna nel 1916 da una benestante famiglia israelitica di Ferrara dove vi trascorse l'infanzia e l'adolescenza laurendosi in lettere. Dopo aver partecipato attivamente alla resistenza nel 1943 si stabilì definitivamente a Roma. Questa raccolta di racconti include “Lida Mantovani”, “La passeggiata prima di cena”, “Una lapide in via Mazzini”, “Gli ultimi anni di Clelia Trotti”, “Una notte del '43” e valse a Bassani il Premio Strega nel 1956. Ognuna di queste storie ha un suo protagonista: la ragazza madre Lida Mantovani; il dottor Elia Corcos in perenne scontro con la moglie; il sopravvissuto al lager Geo Josz deportato a Buchenwald; l’ anziana socialista Clelia Trotti, lasciata morire in carcere; il farmacista paralitico Pino Barilari la cui storia si intreccia con la descrizione del massacro con cui i fascisti nella notte del 15 dicembre del 1943 vendicarono l’ uccisione del loro ex segretario federale il console Bolognesi. Il prof. Bonino, analizza successivamente il romanzo “Gli occhiali d’oro” del 1958 il cui protagonista è Athos Fadigati che a Ferrara svolge la professione di medico la cui vicenda si stringe con quella Eraldo Deliliers. Le storie ferraresi sono un polittico narrativo dove la coerenza e l’organicità è dato dalla presenza di un “tema” il tema della diversità e dell’ esclusione che stringe ogni storia all’altra. Nel 1980 viene pubblicato “Il romanzo di Ferrara” l’opera in cui Giorgio Bassani ha voluto raccogliere i racconti da lui scritti. Il romanzo di Ferrara è di fatto l’opera di una vita, che comprende Cinque storie ferraresi, Gli occhiali d’oro, Il giardino dei Finzi-Contini, Dietro la porta, L’airone e L’odore del fieno. La storia di una città in cui la fantasia dello scrittore ha dato vita ad indimenticabili personaggi.
Autore: Prof. Guido Davico Bonino
In questa conversazione il prof. Bonino prende in esame il romanzo “Un cuore arido” del 1961 del narratore toscano Carlo Cassola che divise la sua vita tra narrativa ed impegno civile. Un intellettuale marcato dall’ermetismo, che gli servi per giungere ai valori intimi e profondi dell’esistenza attraverso l’essenziale. L’ambizione di Cassola, pienamente realizzata in questo romanzo è quella di cogliere ciò che di segreto e di inafferrabile ha la vita e che noi spesso non percepiamo perché sotto la soglia della nostra esistenza. “Afferrare il senso della vita vera all’interno della vita quotidiana”. Bonino fa accenno anche ad altre opere. “La Visita” “Alla periferia”, una raccolta di racconti giovanili scritti tra il 1937 ed il 1942 in cui Cassola rivaluta un concetto fondamentale “il sentimento di un personaggio vale quanto il suo vestito” cioè come scrittori bisogna imparare a porre in evidenza nello stesso modo sia gli aspetti esterni del reale (il vestito) sia quelli interiori del cuore, dell’anima e della mente. E’ sulla scia di questo pensiero di essenzialità che tra il 1948-49 scrive il racconto lungo “Il taglio del bosco”. Successivamente tra il 45 e il 60 sente come altri narratori del tempo sente di testimoniare l’esperienza partigiana e nasce il suo vasto romanzo “La ragazza di Bube”
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